In mostra a Torino fino al 17 marzo 2019

La Galleria Sabauda  accoglierà  una nuova grande mostra dedicata al pittore olandese, che rivoluzionò l’arte del ritratto del Seicento. Borghese di nascita ma nobile per vocazione, Antoon Van Dyck fu pittore ufficiale di alcune delle più grandi corti d’Europa e ritrasse magistralmente regine, gentiluomini e nobildonne delle più prestigiose famiglie della sua epoca.

In totale saranno esposte oltre 60 opere provenienti da importanti musei, a confronto con quelle conservate presso la Galleria Sabauda, che ne possiede un importante nucleo.

VISITE GUIDATE PROGRAMMATE con Sonia Bruna

  • Sabato 16 febbraio 2019
    ore 15.30, ritrovo in Piazzetta Reale all’ingresso del Palazzo.
  • Quota di partecipazione € 25 a persona (prenotazione obbligatoria)
    Per i possessori dell’abbonamento ai musei € 15
    Contattateci per dettagli  info@turinguide.eu

 

Van Dyck e la sua formazione

Precocissimo e dotato di grande talento naturale, diventa presto uno dei collaboratori di Pieter Paul Rubens, che lo definiva “il suo miglior discepolo”.  Dal maestro eredita la ricchezza cromatica e la gioia della pittura.

I grandi pittori italiani lasciano una forte impronta anche nel giovane van Dyck quando, nel 1621, arriva nel Bel Paese per il rituale viaggio di formazione. Visita Genova, Roma, Venezia, Padova, Firenze, Palermo, approfondendo la sua cultura e raffinando la sua tavolozza.

 

Pittore di corte e ritrattista

I tre figli maggiori di Carlo

I tre figli maggiori di Carlo I

Dopo l’esperienza italiana, la sua fama di ritrattista lo porterà a diventare prima pittore di corte presso Ferdinando II d’Asburgo e poi pittore ufficiale di Carlo I Stuart a Londra. Possedere un suo quadro divenne un vero e proprio status symbol, una tentazione a cui cedettero ricchi e nobili di tutta Europa.

Elegante, morbida e sapientemente luminosa, la pittura di Van Dyck tocca i soggetti sacri e mitologici caratteristici del Seicento, ma raggiunge vertici assoluti nella ritrattistica, densa di caratterizzazione psicologica e intenti celebrativi; fino agli straordinari ritratti infantili, dall’espressività delicata e vivissima.